Il mio calendario mentale prevedeva due articoli distinti: il primo in cui vi raccontavo il raggiungimento del mio primo grande obiettivo da runner acerba, correre 5km, l’altro, invece, riguardante il progetto #teamvitasnella.

I problemi tecnici del blog mi hanno però portato a dover accumulare questi due racconti in un unico articolo che, per forza di cose, si presenterà più lungo e prolisso dei miei solito sproloqui.

Dopo il post dove vi ho raccontato come iniziare a correre da zero, vi parlo di come ho proseguito e terminato il primo programma, che mi ha portato a raggiungere i 5km di corsa, senza mai fermarmi.

Ammetto che ero molto spaventata, soprattutto a livello mentale: 5km mi sembravano tantissimi, un lasso di tempo (e soprattutto di strada) che mai avrei pensato di poter percorrere.

La domenica torinese di qualche settimana fa mi sorrideva: sole, niente caldo afoso, temperatura ottimale.
La vicinanza con il parco del Valentino alla casa dei miei genitori stimola molto la mia voglia di correre: è un luogo bellissimo con molti tragitti pensati appositamente per praticare questa attività.

Lo scoglio mentale è stato sicuramente il più faticoso da abbattere: le mie gambe, il mio fiato, la mia velocità da bradipo erano pronte a percorrere questa lunghezza ma lei no. Continuare a guardare la distanza percorsa era uno stimolo che non riuscivo a non accogliere.

Un vero problema che sto cercando tutt’ora di aggirare: verso la fine il mio corpo era sì patito ma di certo non stremato.

My mental schedule had planned two different posts: the first one about my first, big goal as a novice runner – running a 5K -, the second one about the #teamvitasnella project.

The blog’s technical problems have forced me to combine these two stories into just one editorial, that is going to be longer and more rambling than my usual ones.

After talking to you about how I started running from scratch, today I’m going to tell you how I went on and finished the first program, that allowed me to run a 5K without a single stop.

I have to admit I was pretty scared, especially from a psychological point of view: I thought 5K were a lot, a lapse of time (and road) I would have never been able to do.

A couple of weeks ago, in Turin, the sun was shining, the weather was nice and the temperature perfect. 
Since my parents’ house is so close to the parco del Valentino, I really felt like going for a run: it’s a beautiful place with loads of running routes. 

The hardest barrier to break down was the mental one: my legs, my breath, my sloth-like speed were ready for this challenge, but my mind wasn’t. Looking at the road I had run through was a incitement I couldn’t help but embrace.

A real problem I still struggle with today: at the end of the run, my body was tired, but not wrecked at all. 

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#imparaacorrere #faccedastonex

Sentire la vocina della Nike Running App che mi avvisava che avevo raggiunto il mio obiettivo è stata impagabile: vedere la scritta, rendermi conto di avercela fatta mi ha fatto sentire potente, fiera di me, pronta a scalare l’Everest (sì, ok, ero un po’ esaltata, questa fatica magari la rimandiamo).

La selfie della vittoria era obbligatoria: armata del mio Stonex ho subito condiviso la mia felicità su Instagram, gustando il momento in cui avrei scritto questo articolo.

Da allora non ho mollato e, con molta cautela, ho cercato di aumentare pian piano la mia distanza ma senza preoccuparmi troppo della lunghezza.

L’idea di partecipare alla We Own The Night il prossimo 30 maggio mi stuzzicava ma non trovavo la giusta motivazione: come posso chiedermi di correre per 10 km? Una pazzia.

Quando però mi è stato proposto di partecipare insieme ad altre blogger alla maratona non ho trovato una giusta motivazione per dire di no.

Hearing the Nike Running App‘s little voice telling me I had reached my goal was priceless: seeing the writing, realizing I had done it made me feel strong, proud of myself, ready to climb the Everest (yeah, I know, maybe I was a little bit too enthusiastic, I will do that in the future). 

The victory selfie was a must: equipped with my Stonex, I immediately shared my happiness on Instagram, enjoying that moment when I would have written this post. 

Since then, I never stopped, and I’ve (carefully) tried to increase the distance, without worring too much about the km. 

The idea of taking part into the We Own The Night the upcoming May 30th really tempted me, but I couldn’t find the right reason to do it: how can I ask myself to run a 10K? It would be crazy.

But when I was ask to take part into it with some other bloggers, I couldn’t say no. 

Sono così entrata a far parte del #TeamVitasnella insieme alla mia amica Paola (sì, le fighe che vedete sono esattamente Federica Fontana e Cristiana Capotondi): siamo di certo due runner allo sbaraglio ma sono sicura che, anche se prevedo di dover camminare e di non riuscire a non fermarmi mai, mi divertirò di certo.

Dopo la presentazione dell’attività e dopo aver conosciuto Anita, la nostra personal trainer del club Nike che ci sta accompagnando in questa avventura, ho capito che avevo fatto la scelta giusta: ci divertiamo come pezze, ci prendiamo poco sul serio e, soprattutto, abbiamo un’ottima motivazione per andare a mangiare da California Bakery dopo la grande fatica.

Il nostro primo allenamento mi ha fatto capire che partire lentamente è sicuramente la strada vincente: abbiamo percorso 4 km e il mio corpo ha reagito positivamente.
Poca stanchezza, fiato regolare, sorrisi immancabili.

E vi dirò di più, il consiglio del mio amico Alberto funziona alla grande: il mio motivatore personale mi stimola ad odiare tutti mentre corro e ragazzi… funziona!

Domani mi aspetta l’ultimo allenamento prima della grande notte: sono abbastanza preoccupata ma sono sicura che sia la scelta giusta.

So I was welcomed into the #TeamVitasnella together with my friend Paola (yes, the hotties you are looking at are Federica Fontana and Cristiana Capotondi): I know we are two wannabe runners, but I’m sure I’ll have a blast, even if I will have to walk and stop a few times. 

After the activity presentation, and after meeting Anita, our personal trainer from the Nike club, who is helping us in this adventure, I realized I had made the right choice. We have fun, we take ourselves not so seriously and, most important, we have a great reason to go have a bit at California Bakery after the big challenge. 

Our first training made me realize that a slow start is the key: we run for 4 kilometres and my body didn’t suffer at all.
I wasn’t tired, my breath was regular, and I had a smile on my face. 

And let me tell you, my friend Alberto‘s piece of advice really works: my personal motivator pushes me to hate everybody while I;m running, and boy…it works!

Tomorrow I have the last training before the big night: I’m quite worried but I’m sure I made the right decision.

AlessandraNido

Web Editor e Blogger dal 2010, fonda MissPandamonium.com.
Lavora nel digital dal 2013, non esce mai senza rossetto.

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