La mia amica Arianna, quando presenta le persone l’un l’altra, ha la tendenza a fare un mini elenco fornendo informazioni sugli individui coinvolti.

Quando si parla di me, la filastrocca è sempre la stessa. Inizia a dire, con tono orgoglioso e pieno di gioia “lei è Alessandra, beauty e fashion blogger di fama internazionale“.

Ok, Arianna esagera leggermente ma lei è davvero fiera di cosa faccio, di cosa questo spazio mi ha permesso e mi permette di fare.

In realtà, tutti i miei amici vedono questa mia attività come qualcosa di bello, di interessante, di estremamente potenziale e proficuo per la mia crescita personale e professionale.

C’è stato un periodo della mia vita in cui però era tutto diverso.

La mia avventura sul web è iniziata quando frequentavo gli ultimi anni di liceo: fra la quarta e la quinta superiore ho aperto il mio primo canale youtube dove, proprio come ora, parlavo di beauty e di make up.

Era una cosa tutta mia, un hobby che avevo fatto mio e condiviso con poche persone: le mie amiche più intime che frequentavano la scuola con me.

Non avevo di certo messo i cartelloni per urlare al mondo questa notizia: avevo pensato che tenere per me questa informazione fosse la scelta più saggia.

Il mio segreto è rimasto tale fino a quando uno dei miei compagni non ha visto un video sul web.
Il passo è stato breve: una simil riunione di classe, con me esclusa, a casa di uno di loro per godersi appieno tutti i miei corti su youtube.

Non ne ho saputo niente fino al giorno che io definisco “il giorno della svolta” in cui sia la mia vita personale che quella scolastica sono cambiate radicalmente.

In uno scambio acceso con uno dei miei compagni di classe lui mi disse una frase: “Stai zitta e vai a truccarti“.

Poom. Colpita. Il mio segreto non era più tale.
Una fragorosa risata da parte della classe mi fece capire che tutti sapevano. Che tutti erano pronti a deridermi. Giorno dopo giorno.

I dettagli su come andò dopo ve li risparmio. Basti sapere che un mio gesto, e tante bugie da parte degli altri, mi misero in una brutta posizione agli occhi della presidenza scolastica.
Così brutta che alla fine, dalla parte del torto, ci ero passata io.

Sette mesi mi dividevano dalla maturità: sette mesi di silenzi, sette mesi a sopportare offese, sguardi e gesti deinigranti che, a distanza di tanti anni, sono ancora chiari e limpidi nei miei ricordi.

È stato inutile parlarne con i professori: tutti avevano le mani legate (o almeno, così dicevano loro).

I sette mesi passarono, riuscii a diplomarmi e a chiudere finalmente quel periodo così difficile e complicato della mia vita: mi rimasero solo poche amiche a cui sarò sempre debitrice, oltre alla mia famiglia e al mio fidanzato dell’epoca che furono la mia roccia.

Il bullismo non è qualcosa che si dimentica.
Il bullismo è qualcosa che rimane lì, nel tuo cuore, nella tua testa.
È qualcosa che ti ricorda giorno per giorno come mai sei così ora, come mai, ora, per farti male ci vuole davvero tanto.

Quando mi hanno parlato della campagna del Telefono Azzurro contro il bullismo non potevo far altro che scrivere questo pezzo, per condividere il mio passato, la mia esperienza e fare qualcosa nel mio piccolo per questa lotta.
Ho cominciato e ricominciato questo articolo decine di volte: sono parole che non ho mai speso, che è stato difficile tirar fuori e mettere insieme.

L’importante però è parlarne, sfogarsi, non tenersi tutto dentro.

E giuro che passerà, non ci credevo all’inizio ma giuro.
Basta tenere i denti stretti.

«Quello che subisci da piccolo, può segnarti tutta la vita. Ferma il bullismo».

Per donare:

campagna attiva dall’1 al 21 dicembre

al numero di telefono 45596

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AlessandraNido

Web Editor e Blogger dal 2010, fonda MissPandamonium.com.
Lavora nel digital dal 2013, non esce mai senza rossetto.

8 commenti

  1. Bellissimo post Ale, immagino che condividere questi ricordi generi ancora sofferenza, per cui mi ha fatto davvero tanto piacere leggere qualcosa di così sincero e personale.
    Per fortuna si cresce, si cambia e si va avanti, e mi sembra che tu ne sia uscita più forte di prima!
    Un bacione :*

    1. Ciao Fede, grazie 🙂 non sai che fatica condividere ma come ho scritto sopra non c’era occasione migliore 🙂
      Ti abbraccio forte forte e grazie per le splendide parole spese per me e l’articolo.
      Un bacio.

    1. L’intento di questo articolo era proprio far capire che il bullismo non si cancella. Mai.
      Passa il dolore straziante, passano i pianti, passano i momenti di buio totale.
      Ma a distanza di anni ti ricordi tutto limpidamente, perfettamente.

      Se si è capito il contrario non era mia intenzione ma non era ciò che volevo comunicare.
      Dico solo che il peggio passa ma i ricordi rimangono.

  2. Parola molto toccanti, sincere e personali. Certe cicatrici restano, lo so anche io…certe esperienze ci cambiano per sempre. Complimenti per questo post :-*

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