Che tipo di gatto hai?
Sembra una domanda dalla risposta certa ma forse non tutte le sfumature dei vostri amici a quattro zampe sono così chiare.
Ecco perché, curiosa di rispondere correttamente a questa domanda, ho accettato la sfida e ho raccontato la mia esperienza per partecipare a I Diari di Felix e raccontarvi la mia quotidianità in compagnia dei miei tre amici pelosi.
What kind of cat do you have?
It might seem like an easy answer to give, but not all of your cats’ shade are that clear.
That’s why I was curious to give the correct answer to this question by accepting this challenge and telling you my experience and my everyday life with my three furry friends. This is my entry for the I Diari di Felix.
Svegliarsi è uno di quei rituali tendenzialmente traumatici, specialmente il lunedì mattina, ma si tratta di uno di quei momenti che può cambiare radicalmente se in casa è presente un gatto.
Pensate com’è avendone tre.
Quando la sveglia suona, inizia lo show: una serie di avvenimenti e circostanze che si ripetono ogni giorno, modificando la routine quotidiana con esilaranti colpi di scena dal livello di tenerezza altissimo.
Ma non divaghiamo: il telefono trilla e, come è giusto che sia, io cerco di ignorarlo drasticamente rotolandomi fra le coperte creando così un particolare sandwich che vede come protagonista la mia faccia e i cuscini.
Matematicamente, però, il suono ad un certo punto diventa ovattato ed è quello il momento in cui mi rendo conto che devo davvero svegliarmi: Andrée, si è seduto sull’iPhone perché, come ogni mattina, ne detesta il suono.
Girandomi vedo il suo tenero musetto nero pieno di sconforto, quasi come volesse dirmi: “puoi spegnere questo aggeggio infernale, per cortesia?”.
E allora mi giro, un po’ scocciata, cercando di prendere il telefono dal comodino, ma l’impresa è più difficile di quel che sembra.
Sì perché il mio piccolo nano, chiamato Draco, è lì seduto sul mio letto e mi impedisce di girarmi e raggiungere il mio comodino.
E sapete perché?
Semplice: vuole le coccole. E non fa niente per nasconderlo.
Le sue zampine pelose si appoggiano sulla mia faccia, con una grande preferenza per la fronte e il naso.
Con una mano lo accarezzo, con l’altra cerco di raggiungere il telefono.
Una volta compiuta la grande missione mi alzo e appena poggio un piede in terra Klaus inizia a strusciarsi, completamente disinteressato dai miei vani e goffi tentativi di compiere dei passi.
Riesco a divincolarmi da questo intreccio di code e, con un po’ di vantaggio, mi reco finalmente in bagno, ma avere un po’ di privacy rimane solo un vago ricordo.
Appena mi avvicino al lavandino mi ritrovo con un gatto affianco al rubinetto, uno che continua a girare attorno alle mie caviglie e l’ultimo che si butta per terra in continuazione in attesa delle mie coccole.
È così che mi ritrovo a passare un piede nella pancia di Andrée, una mano sotto il muso di Klaus avendo Draco che gira attorno alla mia gamba.
È ufficiale: sono sveglia.
Si passa alla colazione che trascorro cercando di non farmi rubare il cibo o spostare qualche muso che cerca di entrare nella mia ciotola del latte.
Si arriva così alla scelta dei vestiti, che può sembrare un gesto semplice, ma non lo è. Per niente.
La situazione è simile al gioco dei bicchierini in cui devi indovinare dove si trova la pallina: ogni volta che apro una porta dell’armadio trovo uno di loro che si arrampica fra le mensole, che esce da una scatola o spunta fra le camicie.
Ma niente panico: sono vestita e sono pronta per uscire.
Li trovo in fila, dal più basso al più alto, davanti alla porta di casa con occhi pieni di tristezza come se stessi partendo per trasferirmi dall’altra parte del mondo, abbandonandoli a loro stessi senza cibo, né acqua.
Ma con una grattatina dietro le orecchie e un bacino, le fusa scattano automaticamente e mi lasciano passare: sanno che tornerò presto per tante altre coccole e per vivere un nuovo emozionante risveglio in loro compagnia.
Volete scoprire le prossime puntate? Non perdetevi I Diari di Felix.
Getting up is one of those traumatic rituals – espacially on a Monday morning; but is one of those moments that can totally change if you have a cat.
Just think about how it can be with three of them.
When the alarm goes off, the show starts: a series of things and circumstances that stay the same every day, changing your daily routine with funny turns of events that are oh-so-cute.
But let’s focus: the phone goes off and I try to ignore it by rolling into my blankets, so that I make a unique sandwich featuring my face and my pillows.
But as the sounds become more and more muffled, I realize I really have to get up. Andrée is now seated on my iPhone because he hates its sound – like every morning.
As I lean towards his sad, black little face, he looks like he is saying “Can you please turn this sucker off?”
Then I turn to grab my phone, but it’s harder than it looks.
Yes, because the smallest one, called Draco, it’s here, on my bad, and he doesn’t allow me to reach my bedside table.
Do you know why?
Easy, he wants to cuddle. And it doesn’t hide it at all.
His furry paws get on my face, especially on my forehead and nose.
I pet him with one hand, while with the other one I try to reach my phone.
Once I succeed, I get up, and as soon as I put my feet on the ground, Klaus starts to rub against me, ignoring my clumsy attempts to get up and walk.
As soon as I’m able to get out of this tails mess and actually reach the bathroom, but I cannot have any privacy whatsoever.
If I want to get to the sink, I find a cat beside it, one that keeps moving between my ankles, and the last one always waiting for me to cuddle him.
That’s how I rub Andrée’s tummy with my feet and stroking Klaus’ face with my hand, while Draco wonders around my leg.
It’s official: I’m awake.
When I have my breakfast, I try not to get my food stolen and keep moving away those little face trying to get some of my milk.
Then it’s time to get dressed: it might seem an easy step, but it’s not.
It looks like those games where you have three glasses, a ball, and you have to find out where the ball is gone: every time I open one of the closet’s door, I find one of my cats climbing the shelves, getting out of a box or peeking through my shirts.
But do not panic: I’m all dressed up and ready to go.
That’s when I find them there, standing in line from the smallest to the tallest one, in front of the house door with their eyes full of sadness, like I am about to leave for the other side of the world, leaving them all by themselves, with no food or water.
But with a little rubbing behind their ears and a kiss, they automatically start purring and let me get out of the house. They know I’ll be back soon for some more cuddles, and to live a brand new exciting morning with them.
Do you want to know more about what’s next? Don’t forget to follow the Diary di Felix.
