Gattare si nasce, non ci si diventa di certo.
Quell’amore smisurato, quell’attenzione e la cura che ti porta a compiere pazzie che, sei certa, per esseri umani parlanti la tua stessa lingua non faresti mai.
Essere gattare è uno stile di vita, una vocazione, una parte di te che tu di te stessa adori e che, di certo, non sei disposta a modificare per nessuno, nemmeno per il tuo fidanzato.
Per la semplice convinzione del fatto che tu sei così e che lui ti ha scelto, nel bene e nel male, in salute e in malattia, con i tuoi gatti e i loro topolini rumorosi.
Avere un gatto ti riempie di gioia. Averne tre ti porta ad avere una sorta di associazione a delinquere che gira, corre e salta indisturbata nel tuo nido.
Klaus, Andrée e Draco sono tre entità completamente differenti: non parlo solo dell’aspetto esteriore (stiamo pur sempre parlando di un siamese, uno nero a pelo lucido e un tigrato bianco) ma in questo caso mi riferisco alle abitudini, ai modi di chiedere le coccole, alle pose in cui dormire o alle preferenze sul cibo.
Eh sì, il cibo, se si parte dal presupposto che tutto vada bene ci si sbaglia di grosso: proprio come gli esseri umani alcune cose loro non le toccano, neanche sotto tortura.
Trovare il compromesso non è cosa facile, ma ci si riesce.
Gourmet è uno di quei marchi che da anni mi da grandi soddisfazioni: essendo gattara da più di 13 anni, posso affermare senza indugi che ognuno trova il suo preferito.
Con i nuovi Mon Petit siamo tutti d’accordo: in ogni pacco i diversi gusti permettono ai miei tre sgambettanti pelosetti di gustare i loro gusti preferiti.
Klaus non può rinunciare alla trota, Draco è un fan del manzo e Andrée non dividerebbe mai la sua ciotola piena di tonno..
Tutti contenti, gattare comprese.